Introduzione – definizione del razionale

La prevenzione tra pari è una metodologia di intervento riconosciuta in letteratura scientifica come particolarmente efficace nella prevenzione dei comportamenti a rischio, e nello specifico nella promozione della salute (intesa come benessere bio-psico-sociale).

[…] l’educazione fra pari è il processo grazie al quale dei giovani, istruiti e motivati, intraprendono lungo un periodo di tempo attività educative, informali o organizzate, con i loro pari (i propri simili per età, background e interessi), al fine di sviluppare il loro sapere, modi di fare, credenze e abilità e per renderli responsabili e proteggere la loro propria salute. L’educazione fra pari ha luogo in piccoli gruppi o con un contatto individuale e in molteplici posti: in scuole e università, circoli, chiese, luoghi di lavoro, sulla strada o in un rifugio o dove i giovani si incontrano.” – manuale Training for Trainers, Peer Education pubblicato dal Joint Interagency Group on Young People’s Health Development and Protection in Europe and Central Asia (IAG)

La parità (similarità per età, condizione lavorativa, genere sessuale, status, entroterra culturale o esperienze vissute) viene valorizzata come strategia volta ad attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze tra i membri di un gruppo. Le persone coinvolte diventano così soggetti attivi del loro sviluppo e della loro formazione. Questo avviene attraverso il confronto tra punti di vista diversi, lo scambio di idee, l’analisi dei problemi e la ricerca delle possibili soluzioni, in una dinamica tra pari che tuttavia non esclude la possibilità di chiedere collaborazione e supporto agli esperti.

L’obiettivo è quello di accrescere nei pari conoscenze, comportamenti e competenze che permettano di effettuare scelte responsabili e più consapevoli circa la propria salute, sviluppando una maggiore capacità di pensiero critico su eventuali comportamenti a rischio.

Punto di forza di questo metodo sono la percezione di similarità e il concetto di influenza sociale: avvertire affinità con l’altro lo rende infatti un interlocutore ritenuto più affidabile, aumentando così la probabilità di esserne influenzato. I pari diventano dei modelli altrettanto efficaci – se non addirittura più efficaci – di professionisti del settore. Ecco perché la peer education viene utilizzata soprattutto nel lavoro con gli adolescenti: in questa fase, infatti, il gruppo dei pari gioca un ruolo fondamentale per i ragazzi, che sono alle prese con l’affermazione della propria identità in autonomia dalla famiglia e con la costruzione di relazioni nuove affettive. Viene dunque valorizzato un processo naturale e spontaneo, in cui l’apporto dell’adulto è importante in quanto rappresentante di una forza propositiva e fondante per il successo degli interventi tra i giovani.

Obiettivo: prevenzione attraverso l’empowermentempowerment

L’empowerment è un “costrutto articolato, che fa riferimento all’insieme di conoscenze, competenze, modalità relazionali che permettono agli individui e ai gruppi di porsi degli obiettivi e di elaborare strategie efficaci per raggiungerli, utilizzando le risorse esistenti” (Pellai, Rinaldin, Tamborini, in “Educazione tra pari”)

Esso rappresenta quindi modello di sviluppo di strategie di prevenzione di comportamenti a rischio tra i membri del gruppo dei pari, che favorisce tra i pari processi e azioni di responsabilizzazione e consapevolezza delle proprie possibilità.

La prevenzione si configura quindi come:

  • un atto che deve fare emergere e lavorare su un sapere del soggetto singolo riguardo se stesso
  • un processo in cui il nostro interlocutore è costituito da un gruppo misto
  • una modalità per accrescere consapevolezza e sapere, che vengono stimolati attraverso l’utilizzo di giochi attivi.
  • un’esperienza in cui il sapere “nuovo” conquistato dai ragazzi deve essere accuratamente rielaborato e gestito: loro non possono restare soli, né il ruolo del docente deve essere confuso o distorto.

Verranno valorizzati lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, il potenziamento delle life skills, il raggiungimento di un maggior senso di autoefficacia. Non solo sapere, saper essere e saper fare, ma anche saper sperare, come dimensione fondamentale che si apre quando un individuo scopre che un cambiamento è possibile, che può fare un certo tipo di esperienze, inedite.

Influenzamento, visione critica della realtà e partecipazione permetteranno ai ragazzi del 3zo anno di scuola superiore di condividere all’interno del gruppo dei pari un’esperienza originale, e di implementare risorse che saranno in seguito disponibili per il lavoro con i colleghi del 1mo anno.

Metodologia

La metodologia degli incontri con i ragazzi seguirà i dettami della più recente letteratura scientifica nel merito, con attenzione specifica alla stimolazione attiva dei ragazzi, che verranno accompagnati a co-costruire processi di reciproco riconoscimento.

In particolare, nel lavoro in classe ci si focalizzerà sulle life skills, definibili come capacità acquisite tramite insegnamento o esperienza diretta che vengono usate per gestire problemi, situazioni e domande comunemente incontrate nella vita quotidiana.

  • Capacità di lavorare considerando vari aspetti del problema: problem solving e pensiero critico e creativo
  • Empatia
  • Valorizzazione del gruppo e rafforzamento delle competenze relazionali e di cooperazione individuali
  • Partecipazione attiva
  • Comunicazione efficace
  • Interiorizzazione di modalità di lavoro che non si concludano con l’uscita di scena dello psicologo, ma che continuino e diventino patrimonio della comunità